Pocket Heroes, conoscere ritmi esotici con la dancehall di Jude Bashy Gyal
La danza è quella disciplina che può donare la gioia di sentirsi liberi. Conoscere le capacità del proprio corpo e riuscire a sapersi muovere nello spazio che si ha intorno. Lasciarsi andare alla musica e al ritmo; muoversi seguendo la propria passione. Jude Bashy Gyal è una ballerina professionista che insieme alla sua compagna di ballo Roxy condivide l’amore per la dancehall. Questo genere di danza appartiene a un mondo esotico e super colorato. La cultura e la storia della dancehall affondano le radici nel profondo della Giamaica durante gli anni ’70.
Ognuno ha un passato, delle radici e un mondo a cui si sente legato. Racconta chi sei e da dove nasce la tua passione.
Sono Giulia Fiorentino, in arte Jude Bashi Gyal, un nome che viene dalla crew che ho fondato 6 anni fa, di cui fa parte anche Roxy, la mia collega. Ho sempre vissuto a Roma, ho studiato al liceo classico, mi sono laureata alla triennale di psicologia e ora mi sto specializzando in Psicopatologia dinamica dello sviluppo, anche se la danza è sempre stata la mia passione. Ho sempre ballato, fin da piccola e grazie a mia madre, che è stata la prima a portarmi a un corso di danza, ho frequentato diversi corsi, fino a quando all’età di 10 anni sono approdata allo Yals. Lì ho conosciuto la mia prima insegnante della disciplina che ora insegno anch’io: la dancehall.
Mi sono veramente appassionata a questa disciplina negli anni del liceo. Andavo alle serate organizzate nelle discoteche, senza sapere nulla della danza di per sé, ma più ci andavo, più mi affascinava tutto quel mondo. L’ambiente, la musica, i cantanti, ho iniziato ad avere gli hard disk pieni di questa musica. Nel 2010-2011 ho invece dato il via a un progetto personale con Roxy e così siamo andate insieme a Campobasso per un camp di formazione. Dopo di che da quel momento in poi abbiamo iniziato ad allenarci da sole, frequentando ogni workshop a cui potessimo partecipare. Quindi la mia passione nasce dallo stretto rapporto che ho con la danza e la musica, che ho imparato a conoscere suonando il pianoforte.
Tutti hanno la propria. Qual è la tua, in cosa consiste la tua passione?
Beh è un domandone. La mia passione nasce nel momento in cui ho conosciuto il mondo della dancehall ma in realtà è qualcosa che vivo tutti i giorni. Nel senso che quello che ballo, oltre a essere in parte la mia professione -a Roma insegno danza in vari posti a Roma, faccio workshop in giro per l’Italia- diventa il mio pane quotidiano. Ho tantissimi amici giamaicani e tantissimi amici del giro della danza; ho quasi più amici in questo senso che in generale. La mia passione è ciò che riempie e impegna le mie giornate. Tanto che 2 anni fa sono andata in Giamaica a studiare, per vivere quel mondo che non mi abbandona mai.
Sento la necessità di andare a feste, per poter ballare ed esprimermi; viaggio molto e in generale ho partecipato a parecchi contest in Italia, a Berlino, a Parigi. La mia necessità primaria è condividere e passare del tempo con delle persone a cui sono grata, grazie alle quali mi sono innamorata solo di più di quello che faccio. Soprattutto, continuare a ballare per me è fondamentale. Mi fa sentire viva. Sono 4 anni inoltre che insegno questa disciplina e vedere come gli altri vi si appassionano migliorando, mi rende felice. E’ bellissimo vedere come gli altri usano il corpo per esprimersi, soprattutto perché questa danza permette di farlo al 100% nonostante pregiudizi sociali e blocchi sociali.
Il tempo è compagno e nemico di viaggio. Come si riesce a trovare il quando per iniziare e continuare a perseguire con costanza la propria passione?
Il tempo è un grande problema, nonché nemico perché io non mi occupo solo di questa attività ma cerco comunque in tutti i modi di continuare il mio percorso di studi. Nonostante ciò ho dei corsi in cui insegno tutte le sere e in tutto questo provo a intervallare altri lavori, la vita personale. Viviamo in un Paese e in un mondo in cui tutto scorre davvero veloce. In ogni caso cerco di non solo insegnare ma formarmi. La cosa bella di questa attività.
Il mondo è grande. Molto, troppo grande. Hai deciso di stanziarti e dare uno start partendo dall’Italia, perché? Hai in mente di andare altrove e ampliare i tuoi confini?
Il mondo è grande. Sì, io ho deciso di partire dall’Italia perché in realtà non sono nella condizione di dedicarmi solo a quello che sto facendo perché sto sviluppando due percorsi in parallelo e quindi sono costretta nonché ormai affezionata all’Italia. Ho qui i miei riferimenti, i miei allievi ed è il mio punto di riferimento. Mi piacerebbe andare altrove però in questo momento non la sento come una necessità.
Sto cercando di dare una forma e concludere entrambi i progetti, quello universitario e quello di insegnante e performer. Inoltre mi dispiacerebbe davvero molto lasciare quello che ho costruito in Italia finora. Ad ogni modo anche solo per ora, già ho ampliato i miei confini, perché anche se non mi sia effettivamente spostata per il momento, ho tanti collegamenti internazionali essendo il mio tipo di danza una passione comune anche e soprattutto all’estero, perché fuori dall’Italia è un’attività anche più valutata.
C’è stato qualcuno determinante per te o che è stato come un punto di riferimento o una spinta nella realizzazione del tuo progetto?
In realtà i miei punti di riferimento sono stati diversi, devo molto ai miei insegnanti. Ma per quanto riguarda la realizzazione del mio progetto, mi sono costruita da sola. Tutto è stato molto sudato, soprattutto insieme alla mia partner Roxy. Tuttavia ci sono comunque state delle persone che mi hanno spronata. Persone che mi hanno dato molto nei momenti difficili. Per quanto riguarda la mia formazione, ho infatti avuto delle persone che sono state per me come dei luminari. Persone che ringrazio molto, perché in un certo senso senza di loro non avrei capito niente di quello che ho fatto. In primis la mia insegnante di danza di quando ero piccola, che mi ha fatto proprio innamorare di tutto questo, ma anche la mia insegnante di pianoforte che mi ha dato dei riferimenti nella crescita a livello musicale che adesso riconosco come fondamentali anche nella danza.
The Pocket World è un mondo colorato che celebra la diversità. Cos’è che caratterizza e differenzia dagli altri il tuo mondo tascabile?
Il mio mondo è molto particolare, perché è caratterizzato da questa danza che prende spunto da una cultura veramente colorata e diversa dalla nostra. Una cultura che celebra le cose semplici e le esprime attraverso la danza. Quindi probabilmente ciò che caratterizza il mio mondo è questo, cioè questo tipo di ballo con la sua cultura e storia. Penso che il mio mondo attuale sia caratterizzato dall’ironia e dalla gioia che mi fanno rimanere con i piedi sempre per terra nonostante la follia che mi caratterizza.