Chi pratica Parkour ha uno stile di vita libero. Si condividono esperienze e conoscenze; ma c’è qualcosa che sta cambiando e per me non va affatto bene.
Non pratico Parkour ma ho comunque avuto la possibilità di conoscerlo approfonditamente grazie ad amici molto vicini. Per questo nel tempo sono riuscita ad entrare in contatto con la sua realtà. Vivere appieno questa disciplina è entrare a far parte di un mondo diverso e ricco di emozioni. Si sta insieme e si condivide qualunque cosa, dai pasti agli allenamenti. I raduni di Parkour nascono per questo. Infatti sono dei momenti molto importanti per un atleta di questa disciplina, perchè è proprio lì che ci si può confrontare e provare a superare ostacoli psicologici e fisici.
Quando qualcosa cambia
Nonostante il Parkour sia diventata una disciplina sportiva che ha ormai conquistato una grande fetta di pubblico, sono ancora molte le persone che lo conoscono poco o che non sanno quando e perchè ci sono dei cambiamenti in atto. A tale proposito, non è una notizia recente il fatto che in Inghilterra il Parkour sia diventato uno sport a tutti gli effetti, mentre è invece di queste settimane la nascita di un aspro dibattito.
“We are not gymnastic”
Queste le parole della campagna di molte associazioni di Parkour contro la FIG, ossia la Federazione Internazionale Ginnastica. Quest’ultima vuole, secondo quanto riportato a seguito di un incontro tra Davide Belle, Charles Perrière (fondatori della disciplina) e Morinari Watanabe (presidente della FIG), rafforzare i legami e stabilire un vincolo d’amicizia come parte del processo di sviluppo di una nuova disciplina all’interno della federazione ispirata al Parkour.
Cosa sta succedendo tra gli atleti
Il cambiamento proposto dalla FIG consiste nell’accorpare il Parkour sottoforma di “nuova disciplina” nella propria Federazione. Questo e la conseguente nascita di competizioni vere e proprie, tra gli atleti hanno causato lo scoppio di un acceso dibattito. Molti vogliono che il Parkour rimanga libero, lontano da regole e senza competizioni. Altri ancora credono che sia giusto, se proprio necessario, che il Parkour abbia una propria Federazione.
Saltare, stare insieme, mettersi in gioco
La disciplina del Parkour nasce libera e per questo è di tutti. Chiunque può fare Parkour, perchè tutti lo hanno già fatto; così Streetarts Family racconta l’essenza di questa “arte dello spostamento” in un’intervista targata The Walkman Magazine. Persone di ogni tipo si vedono ai raduni, esistono dei contest, ma la competizione è solo con se stessi. Non importa quale sia l’obbiettivo raggiunto, perchè ciò che fa la differenza è il fatto stesso di esserci riusciti. Ci si mette in gioco e si migliora insieme grazie all’allenamento.
Fare Parkour è provare
Saltare, correre, oscillare, aggrapparsi e sostenersi. Usare la propria forza e continuare a migliorarsi. Credo che questa disciplina possa insegnare molto ed essere un punto di vista valido.