Libri, avere tra le dita la possibilità di viaggiare per scoprire il mondo e chi lo abita
I libri sono un punto di riferimento nella mia vita, infatti ogni tappa importante per me è accompagnata da un film, una canzone, un cartone animato e appunto un libro. Amo gli scrittori romantici che raccontano la poesia della campagna inglese con una facilità ineguagliabile. Tuttavia sogno spesso di essere anche uno degli scrittori che a metà ‘700 ha fatto proprio il genere del viaggio. Itinerari al di là dei confini conosciuti alla scoperta di mondi lontani; non so cosa darei per essere uno dei tanti marinai da “Corpo di mille balene!”. Per essere più precisa, sono una nostalgica, anche se mi piace leggere i contemporanei. Ciò che di sicuro c’è è che però, nonostante abbia letto tanti libri, sono ancora troppo pochi! Ma ovviamente ho lo stesso delle preferenze e non solo di genere!
Kitchen, Banana Yoshimoto
Avevo 13 anni quando mi capitò di leggere per la prima volta Kitchen di Banana Yoshimoto. Un’artista contemporanea che riuscì con questo libro a dare inizio alla propria carriera da scrittrice. Ciò che più mi affascinò di questo testo fu la sensazione immediata di appartenenza che provai nei confronti di una vita in vero da me molto lontana. Infatti nonostante un intreccio in cui la perdita degli affetti più cari è il punto di partenza, Kitchen è entrato nel mio cuore per come è raccontata l’atmosfera multiforme della cucina in casa della protagonista Mikage. Il luogo preferito, il posto dove stare per condividere, la stanza dove si consumano momenti di vita vera. La cucina per me è questo, il posto in cui ogni volta che vi entro ripenso ai tanti e bei momenti vissuti.
Eve’s Diary, Mark Twain
Frequentando le lezioni universitarie di letteratura angloamericana al secondo anno della triennale, ho conosciuto Eve’s Diary. Un libricino, un piccolo romanzo dai toni piacevoli e sagaci di un americano molto americano. Quest’opera di Mark Twain, che nasce negli ultimi anni della sua vita, racchiude in sé romanticismo, ironia, introspezione e di certo inventiva. E’ un testo che appartiene all’età adulta di Twain ma che forse proprio per questo sa sorprendere ad ogni pagina.
“I followed the other Experiment around, yesterday afternoon, at a distance, to see what it might be for, if I could. But I was not able to make out. I think it is a man. I had never seen a man, but it looked like one, and I feel sure that that is what it is”
Con queste parole Twain da voce a Eva, una giovane Eva che si trova sperduta in un mondo tutto da scoprire. Un libro dove lo stereotipo è un mezzo per raccontare verità con tanta ironia.
Come l’acqua sul fiore di loto, Sok-Yong Hwang
Un giorno entrai in libreria e rimasi colpita dal titolo “Come l’acqua sul fiore di loto“. Non conoscevo l’autore, Sok-Young Hwang, e non avevo mai sentito parlare del libro. Tuttavia segui l’istinto e lo comprai. Non appena arrivai a casa, ricordo che iniziai subito a leggere e che da quel momento entrai immediatamente in contatto con la protagonista, Shim Chong. Una ragazza di soli 15 anni venduta dal padre a un mercante cinese a causa del quale cambierà nome e vita. Diventerà Lianhua, Fiore di loto, diventerà una concubina, poi una cortigiana, una geisha…. Una bambina a cui viene sottratta la vita in un romanzo di cui ricordo alla perfezione l’atmosfera controversa e la sensazione di dolore della protagonista.
Storia di una gabianella e del gatto che le insegnò a volare, Luis Sepùlveda
Amo il modo in cui Sepùlveda scrive, fin da quando sono bambina. Ma tra le tante e bellissime storie che ha scritto la mia preferita rimane sempre quella della gabianella e il gatto. Leggendo, da piccola, provai quelle stesse emozioni che mi suscitarono le parole dell’autore in età più adulta. Amore, felicità, tristezza, dolore e poi di nuovo amore e felicità e ancora tristezza e dolore. Uno dei libri che ricordo più spesso, perché mi è stato accanto negli insuccessi e nei momenti in cui invece sono arrivata vincitrice. Una storia di scoperte, dove ho capito quanto l’amicizia sia per me importante.
Sostiene Pereira, Antonio Tabucchi
Ho odiato questo libro. L’ho letto la prima volta al liceo. Pagina, dopo pagina, i miei occhi erano bombardati da queste parole: “sostiene Pereira”, “Pereira sostiene”, “una limonata per favore”. Feci una recensione e riposi il testo su uno scaffale in alto in camera, sperando di non vederlo mai più. Ma qualche tempo fa, cercando il libro “Emilia Galotti“, ritrovai Pereira. Il primo pensiero fu “Riecco quell’ometto noioso e titubante” ma poi, sfogliata qualche pagina, rimasi sorpresa. Quelle che fino a qualche anno prima mi sembravano parole noiose, ora diventavano il senso profondo del legame vita morte, in cui l’impatto sociale del sostrato narrato da Tabucchi urla con forza in ogni capitolo.
Questi sono solo alcuni dei libri che più ho amato ma ce ne sono molti altri di cui sicuramente vi racconterò.