Pocket Heroes, lo stile pulito e lineare del food design di Kira Volgger
Cibo. Una parola breve che racchiude in sé un mondo. Cultura e tradizioni, colori e sapori. Attraverso il cibo si può dare nuova luce alle storie passate e si può raccontare il presente grazie a ricette che giungono in tavola cariche di passione. Raccontare il cibo è ciò che fa Kira Volgger, giovane food designer del Trentino Alto Adige. Kira attraverso le sue creazioni riesce a far diventare il cibo un mezzo con cui custodire ricordi e lasciar trasparire emozioni. Pocket Heroes un progetto con cui si è messa in luce, grazie a questa intervista, l’importanza del cibo visto come un regalo. Una ricerca continua verso la felicità.
Ognuno ha un passato, delle radici e un mondo a cui si sente legato. Racconta chi sei e da dove nasce la tua passione.
Sono nata e cresciuta in Alto Adige. La mia infanzia è trascorsa tra boschi e le montagne, tra i colori e i pennelli, circondata da sapori tradizionali e dolci fatti in casa, musica e amore, amore incondizionato.
Storie. Tutti hanno la propria. Qual è la tua, in cosa consiste la tua passione?
A 18 anni, inseguendo la mia vena creativa, ho deciso di fare le valigie e di trasferirmi a Firenze per intraprendere un percorso di studi e per diplomarmi in design. Da quel momento sono stata catapultata nella vera e propria quotidianità, in un mondo nel quale ben presto ho capito cosa voleva dire fare il bucato, le pulizie, fare la spesa e soprattutto ho iniziato a cucinare e ad esplorare il meraviglioso mondo del cibo e della cucina. Ho scoperto così che il cibo, oltre ad essere fondamentale per la sopravvivenza umana, è diventato per me un vero e proprio mezzo di comunicazione, un mezzo per raggiungere la pace interiore, la felicità.
Felicità non semplicemente personale, ma anche altrui. Rendere felice il mondo che mi circondava, grazie al cibo, mi faceva stare bene. Ed è così che sono arrivata alla mia tesi finale con un progetto il quale prevede un packaging per frutta capace di rivalutare il significato e di attribuire al cibo il significato di un dono prezioso: Il cibo come regalo. Nonostante tutto però il punto di partenza del mio percorso di vita è stata sicuramente la nascita, la mia nascita in una famiglia nella quale sia mia mamma sia mia nonna hanno sempre coltivato la grande passione per la cucina, una passione che hanno sempre cercato di trasmettermi insieme all’amore per i prodotti genuini e il cibo fatto in casa.
Il tempo è compagno e nemico di viaggio. Come si riesce a trovare il quando per iniziare e continuare a perseguire con costanza la propria passione?
Il tempo è parte dell’atto del mangiare che è un gioco; gioco che va esaltato. Bisogna rendere divertente l’interazione, progettare delle vere e proprie esperienze usando il cibo come mezzo e materia prima. Punti fondamentali sono il cambiare il comportamento delle persone e il creare un coinvolgimento emotivo. Ed è proprio grazie al connubio design-cibo che vorrei riuscire a suscitare delle emozioni, emozioni forti. Sono fortemente convinta che, così come l’arte terapia oppure la musicoterapia, anche la cucina possa essere una forma di terapia molto valida per ritrovare il proprio benessere psico-fisico, riuscendo a ritagliarsi dei momenti di tempo.
Il mondo è grande. Molto, troppo grande. Hai deciso di stanziarti e dare uno start partendo dall’Italia, perché? Hai in mente di andare altrove e ampliare i tuoi confini?
L’Italia è un vero gioiello culinario, paradiso terrestre del cibo. Trovo non ci sia cosa più bella di scoprire ed esplorare usanze, pietanze e tradizioni culinarie varie legate al nostro paese, apprezzare ciò che di straordinario ci regala questa terra, dal nord al sud. Ed è proprio questa diversità la vera ricchezza italiana che apprezzo di più. Punto di partenza del mio agire. Con il Master in Food Design a Milano ho cercato di ampliare sempre più il mio orizzonte e di continuare a esplorare il mondo del cibo a 360°. Food Design è il nuovo modo per capire il ruolo dell’alimentazione in una società contemporanea applicando il “Design Thinking“ al cibo e ai suoi molteplici contesti. “Food will become our society’s most designed, desired and meaningful object.” Questa citazione di Martì Guixè – designer, pioniere del Food Design- è per me punto di riferimento.
C’è stato qualcuno determinante per te o che è stato come un punto di riferimento o una spinta nella realizzazione del tuo progetto?
Il cibo. Credo che il cibo come oggetto sia sentimento, odore, viaggio, condivisione, interazione, esperienza e soprattutto emozione. Sono fortemente convinta che chi non bada a ciò che mangia difficilmente baderà a qualsiasi altra cosa. L’atto del mangiare è un gioco e il gioco va esaltato. Bisogna rendere divertente l’interazione, progettare delle vere e proprie esperienze usando il cibo come mezzo e materia prima. Punto fondamentale è cambiare il comportamento delle persone e creare un coinvolgimento emotivo. Ed è proprio grazie al connubio design-cibo che vorrei riuscire a suscitare delle emozioni, emozioni forti.
The Pocket World è un mondo colorato che celebra la diversità. Cos’è che caratterizza e differenzia dagli altri il tuo mondo tascabile?
Sono una persona estremamente curiosa, mi piace esplorare e scoprire realtà e mondi nuovi, ma mi interessa soprattutto capire. Capire ciò che di straordinario mi circonda. Riesco a trovare delle meraviglie in cose che sembrano essere proprio banali al primo impatto. Sono molto attenta ai dettagli, non soltanto nei miei progetti, ma nella vita in generale. Credo siano sempre loro, i dettagli, a fare la differenza. Nel mio piccolo mondo quotidiano mi emoziono a creare dei packaging, progettare eventi a tema, creare delle vere e proprie esperienze culinarie, ideare progetti di foodstyling e foodphotograpy, ma anche a realizzare mobili e oggetti vari e a rendere semplicemente felici le persone. Qualsiasi cosa faccio parte sempre dal profondo del mio cuore, cerco sempre di trasmettere ciò che di bello si nasconde dentro il mio essere, dentro la mia anima. Ciò che realmente conta è riuscire ad attribuire una vera e propria anima alle cose, sempre.