Pocket Heroes, conoscere il Softair per entrare in punta di piedi in un mondo da scoprire
Il Softair è un’attività ludico – sportiva che sebbene conosciuta in Italia non è forse ancora compresa fino in fondo. Spesso viene intesa come un’attività poco raccomandabile, ma la realtà è ben lontana da questo. Sono molte, anzi moltissime le persone che ne sono appassionate e che proprio come Andrea Dominici hanno deciso di dedicarvisi anima e corpo. Infatti il Softair è un modo per passare con gli amici un pomeriggio divertendosi. Il mondo dei Navy Frogs, il club di Andrea, ne è un esempio, essendo un mondo variegato e fatto di personalità differenti che come comun denominatore hanno scelto quest’attività. Conoscere Andrea ed entrare nelle dinamiche del Softair è abbandonare i pregiudizi per scoprire un altro modo per divertirsi!
Ognuno ha un passato, delle radici e un mondo a cui si sente legato. Racconta chi sei e da dove nasce la tua passione.
Ciao The Pocket World, sono Andrea Dominici e ho 28 anni. Sono nato a Roma dove attualmente vivo e caratterialmente sono molto estroverso. Chi mi conosce dice che sono un “caciarone”, tipico aggettivo del gergo romano, ma quando si tratta delle mie passioni so essere molto accorto e professionale. Sono un grande appassionato di guerra antica e moderna. Infatti la mia più grande passione, il Softair, è uno sport che pratico da anni e anche se purtroppo da molti è mal visto a causa della sua natura legata al mondo militare. Tuttavia, nonostante i pregiudizi, questo sport unisce le persone e per quanto mi riguarda riesce a unire la mia voglia di stare in compagnia con la mia grande passione per le arti della guerra.
Tutti hanno la propria. Qual è la tua, in cosa consiste la tua passione?
Pratico il Softair da quasi 11 anni. Questo sport mi ha portato a conoscere moltissime persone provenienti da ogni parte d’Italia. Dal primo giorno in campo non sono più riuscito a smettere e forse è per questo che oggi sono il presidente di un club ufficiale iscritto al circuito nazionale CSEN. Cercherò di descrivere in breve il mio sport. Ogni domenica ci incontriamo quasi sempre con altri club su campi appositamente adibiti. Questi campi possono essere sia boschivi sia urbani. Il Softair ha diverse modalità di “game” ma la più praticata è Attacco/Difesa.
l mio sport è una simulazione di guerra usando armi, tattiche e un equipaggiamento simil vero. Proprio per questo purtroppo in molti ci giudicano, chiamandoci guerrafondai o a volte anche peggio. Ma la realtà è che ovviamente nulla di quello che utilizziamo è in qualsiasi modo letale e che inoltre basterebbe provare una sola volta la pratica del Softair per capire che siamo solo ragazzi e ragazze che seguendo un interesse si divertono senza mai far del male a nessuno! Anzi passiamo sempre delle belle domeniche all’aperto in ottima compagnia.
Il tempo è compagno e nemico di viaggio. Come si riesce a trovare il quando per iniziare e continuare a perseguire con costanza la propria passione?
Ogni passione richiede tempo, molto tempo. La mia nello specifico richiede anche costanza, allenamento e molta organizzazione. Quindi organizzare riunioni e incontri domenicali sono appuntamenti che ogni settimana ci riempiono la testa di pensieri. Ma il tempo serve anche per tenere i rapporti con i club amici, per la logistica, per organizzare la partecipazione a eventi o tornei. Insomma a volte 24 ore non bastano! Fortunatamente accanto a me ho un direttivo che mi aiuta e mi sostiene.
Il mondo è grande. Molto, troppo grande. Hai deciso di stanziarti e dare uno start partendo dall’Italia, perché? Hai in mente di andare altrove e ampliare i tuoi confini?
In Italia il Softair è una grande realtà con migliaia di club sparsi su tutto il territorio. Nel mondo siamo uno dei Paesi più regolamentati ma che purtroppo ancora non ha riconosciuto questa disciplina come sport vero e proprio. Probabilmente, data la sua natura “militare”, è un’attività ancora mal visti da tanti. Comunque non lascerei mai il mio Paese natale. Qui ho tutto quello che mi rende felice. Ciò non toglie che piano piano girerò il mondo per conoscere altri posti, persone, culture e altri club legati al Softair!
C’è stato qualcuno determinante per te o che è stato come un punto di riferimento o una spinta nella realizzazione del tuo progetto?
Iniziare a praticare il Softair non è stato difficile, mentre trovare una squadra che avesse i requisiti che cercavo invece ha richiesto più tempo. Dopo circa 7 anni di pratica costante il mio club si è sciolto e cercando un altro team ho incontrato una combriccola di “pazzi” con cui ho legato fin da subito. Con uno di loro in particolar modo ho stretto ancora di più, il mio amico, ma anche vice, fratello e “compagno d’armi”, Cristiano. Con lui c’è stata subito una vera intesa, da lì a poco è nata la voglia di creare qualcosa di nostro anche se in due non saremmo andati molto lontano.
Poco dopo infatti si è inserito Alessandro -ora il segretario del nostro club- con cui è nata immediatamente sintonia. Dopo di lui si sono aggiunte molte altre persone e fin quando una sera abbiamo iniziato a fantasticare su un progetto tutto nostro. Giorno dopo giorno la voglia di far diventare una realtà la nostra idea, ci ha portati a dare vita ai Navy Frogs. Siamo 11 amici che finalmente hanno quello che fino poco tempo prima sembrava solo un sogno! Ringrazio per questo appunto Cristiano e tutti gli altri che fanno parte integrante di questo club, per me una seconda famiglia!
The Pocket World è un mondo colorato che celebra la diversità. Cos’è che caratterizza e differenzia dagli altri il tuo mondo tascabile?
In questo pazzo mondo tutti siamo diversi anzi tutti siamo unici. Io sono solo un po’ più pazzo di tanti altri, come lo è anche il mio mondo!