Romeo, un amore di parole sussurrate nella notte
Shakespeare è conosciuto per i suoi drammi storici, le commedie, le tragedie e la poesia. Un autore poliedrico capace di affascinare come pochi altri suoi contemporanei sono riusciti a fare. William Shakespeare nato a Stratford-upon-Avon, Warwickshire, nel 1564 ha trascorso una vita tutto sommato tranquilla. Shakespeare è stato un uomo che si è dedicato alla scrittura e all’arte; nonostante ciò non hai mai pubblicato nessuna delle sue opere, che solo successivamente la sua morte sono state rese accessibili al grande auditorio. Romeo e Giulietta, ora in scena a Roma, è una tra le tragedie forse più note e apprezzate del bardo inglese. La loro è la storia di due amanti nati purtroppo in due famiglie rivali di Verona: i Montecchi e i Capuleti.
Romeo e Giulietta
Questa tragedia è stata messa in scena per la prima volta nel 1595 riuscendo fin da subito ha riscuotere un enorme successo. E’ comunemente riconosciuta come una tragedia lirica, eppure fino al III atto il tono comico e ironico di Shakespeare si manifesta liberamente. A fare da protagonista è l’amore dei due giovani amanti, che a causa della faida tra le loro famiglie sono destinati a rimanere divisi. Ma la forza impetuosa dell’amore di Giulietta e la passione di Romeo non possono essere frenati.
What’s Montague? It is nor hand, nor foot,Nor arm, nor face, nor any other partBelonging to a man. O, be some other name!What’s in a name? That which we call a roseBy any other word would smell as sweet.
Il bello della poesia shakespeariana
Quello che spesso si dice di Shakespeare è che è stato un grande poeta, ed è vero, verissimo. I suoi Sonetti sono un esempio di originalità ed eleganza. Il fair youth e la dark lady, a cui sono dedicati, simboleggiano l’amore in modo nuovo e non convenzionale. Shakespeare racconta della vecchiaia, della bellezza, del tradimento, della morte, della passione e della procreazione tramite un linguaggio completamente innovativo per la sua epoca. Uno tra i Sonetti a cui sono più legata è il 18°, “Amoretti“.
Shall I compare thee to a summer’s day?
Thou art more lovely and more temperate:
Rough winds do shake the darling buds of May,
And summer’s lease hath all too short a date:
Sometime too hot the eye of heaven shines,
And often is his gold complexion dimm’d;
And every fair from fair sometime declines,
By chance, or nature’s changing course, untrimm’d,
But thy eternal summer shall not fade,
Nor lose possession of that fair thou ow’st;
Nor shall Death brag thou wander’st in his shade,
When in eternal lines to time thou grow’st:
So long as men can breathe, or eyes can see,
So long lives this and this gives life to thee.
Shakespeare per me è un antidoto contro il mal umore, quando sto giù di morale mi leggo i suoi scritti e mi sento subito meglio. Penso, che infatti anche se non mi sento al meglio, non potrò mai provare la tristezza dei suoi protagonisti!