Quando l’unico posto è casa, cosa fare, dire o non dire per sentirsi sempre bene?
Siamo nella cosiddetta fase 2 e ora possiamo riabbracciare i nostri “congiunti”, che sapere bene chi siano è difficile a dirsi. Abbiamo forse una parvenza di libertà maggiore ma in definitiva rieccoci. A casa. Mi risuona il gioco stupido e che non piaceva mai a nessuno, il gioco dell’uva, ve lo ricordate?! Quello che finiva “ognuno a casa sua”! Ma con la primavera che, da quando mi sveglio, mi guarda dalla collina di fronte a casa, devo ammettere che in fine non ho mai rinunciato al mio consueto giro con Lucky (il nostro dalmata). Anche perchè fare compere non è poi questo gran piacere. Mascherina, guanti e sovra-guanti, occhi puntati addosso al primo starnuto e per dirsi una cosa si sta comunque a metri di distanza. Insomma questa fase è quella in cui per me si deve rivalutare bene casa. Come?
Stare a casa – lavoretti
Da sempre sono un’appassionata di tutti quei lavoretti che mi ha insegnato mamma. Ad esempio fare accrocchi e pigliapolvere con la pasta di sale, abbellire scatole, barattoli e superfici varie con il decupage, disegnare – ma è banalotto – creare mini sculturine/basso-alto rilievi con il Dass e perché no provare a rimettere in sesto oggetti. Quest’ultima in realtà è sempre stata la prerogativa di mio padre, che a mo’ di Geppetto, quando qualunque cosa da un unico pezzo si trasformava in un poli forma, diventava il Riparatore. Diciamo che provando a fare un po’ come lui, di tanto in tanto, mi cimento anch’io nella “ristrutturazione” di cose. Ora infatti ho due progetti in programma, uno finito e uno in corso; quello fatto è l’angolo delle ciotole di Lucky, dove ho appeso due foto incorniciate e una targa col nome, mentre quello non finito è la sedia in formica gialla da rimettere in sesto. Trovo che sia un ottimo passatempo darsi ai piccoli lavoretti di casa, provare per credere!
Stare a casa – piante
E niente, sono entrata in fissa con le piante. Ora ho 14 piantine sul mio balcone. La maggior parte sono piante aromatiche: rosmarino, basilico, salvia, origano, erba cipollina e timo al limone. Ma devo ammettere che tra piante grasse e piantine varie da esterno e decorative, sto allenando il mio pollice verde. Che poi recentemente riflettevo; da quando mi dedico a questa attività, tutte le mattine vado dalle mie piante e metto il pollice nei vasi. Se la terra è umida, va tutto bene, altrimenti corro ai ripari e le annaffio. Forse ecco, “pollice verde” è proprio un’espressione letterale. In tutto questo vanno aggiunte anche le aspettative che riservo per il mio “uovo” di avocado – momentaneamente in ammollo, la pesca e l’arancio che ho piantato. Chissà se germoglieranno!
Stare a casa – ritagliarsi i propri spazi
Noi abbiamo un unico bagno, pure piccolo e – come dicevo in questo altro articolo – è il luogo della casa che in realtà preferisco. Ecco, devo ammettere che dividersi in due il bagno è ancora fattibile, ovviamente, ma dato che stiamo a casa sempre tutti e due, con questa situazione attuale di emergenza, a volte non è poi semplice come sembra. A questo problema della monopolizzazione del bagno – a parte richieste di comprovata necessità- per tutti gli amanti del bagno, suggerisco di studiare le tempistiche dell’altro e pianificare un vero e proprio assedio. Una finta turnazione che rimane tutta nella vostra testa. In questo modo ho sempre l’impressione di potermi ritagliare il mio spazio personale al bagno, proprio quando ne ho bisogno!